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Lo Yoga

Lo Yoga è uno sviluppo di ricerca interiore e di introspezione, ma non di rifiuto nei confronti della realtà circostante; è soprattutto una strada da seguire, per coloro che hanno perso o sono alla ricerca di un equilibrio: chi infatti incomincia a svolgere questa fantastica meditazione non deve però emarginarsi dal mondo circostante, ma perseguire lo svolgimento del proprio lavoro, rapportarsi con la propria famiglia famiglia,  mantenere gli amici, e restare a contatto con la realtà quotidiana.

Inoltre lo stesso Yoga , è una scienza personale e soggettiva, perchè studia l’interiorità umana. Il suo fine principale è quello di far comparire in ognuno la conoscenza della propria natura vitale.

Descrizione dello Yoga:

Lo Yoga, dal sanscrito yuj, significa “unione o unificazione dell’anima individuale con il principio divino”. Sussisterebbe quindi un sincronismo tra l’entità della natura individuale e tale preludio. Nello specifico, Yoga vuol dire prendere coscienza della propria essenza che, di per se, è già un rifrazione divina.

Peculiarità dello Yoga:

Lo Yoga non ritiene che esista una divisione tra lo spirito e la materia. Ogni  meta del mondo empirico è una condizione di consapevolezza che si rivela per mezzo delle vibrazioni della forza vitale o Prana, più approssimativamente per una sequenza di variazioni eteriche. Quanto più numerose sono le vibrazioni, tanto più la consapevolezza si manifesta come essenza fisica.

Yoga è, quindi, individuare la natura esclusivista della propria psiche e la sua attitudine ad attuare eventi simulati senza comparazioni reali; non stringersi a persone o cose in modo esagerato; identificare e allontanare le emozioni false; individuare l’equilibrio in tutte le proprie operosità, fisiche come: il lavoro, lo sport e l’alimentazione, e quelle psichiche quali: la cura dei rapporti affettivi, lo studio, le disposizioni creative.

Obiettivi dello Yoga:

A cosa porta quindi lo svolgimento e la pratica regolare dello Yoga? Pur detenendo la peculiarità del nostro essere specifico, le individuazioni con le specialità del proprio piccolo e presunto sé irreale, si affievoliranno sempre di più e la consapevolezza soggettiva, estendendosi in una campo d’importanza molto più grande, apprenderà una sensazione di unicità e relazione con il tutto, lo spirito assoluto, il Brahman. Le sensazioni diventeranno più intense, delle certezze.

Secondo quindi il principio della meditazione, lo yoga abituale, ipotizza una tecnica iniziale ed un cardine importante e necessario. Il cardine serve e risulta utile in una precisa distensione dei processi mentali e respiratori allo scopo di cogliere la propria coscienza e consapevolezza, la sua irriducibile energia naturale, la sua ostinata natura divina.

E’ su tali principi di ricerca, che si esige riaprire la precisa entità meditativa dello Yoga, per stabilirne apertamente la vera rilevanza.

Pratica Yoga:

L’attuazione dei fondamenti dello Yoga richiede, per i neofiti, almeno all’inizio, l’attuazione di una tecnica psicofisica abbastanza rigida (sadhana), che si estende per mezzo di otto stadi (ashtanga): le limitazioni (yama), gli adempimenti (nyama), le posture (asana), gli esercizi respiratori (pranayama), la meditazione su un preciso punto (pratyahara), la meditazione su un determinato oggetto (dharana), la meditazione (dhyana), superpercezione o coscienza del concetto divino (samadhi).

L’unanimità dei tre stadi: dharana, dhyana e samadhi viene definito samyama (Swami Vivekananda). Samya vuol dire equilibrio e la concretizzazione di samyama la titolarità di tutti i poteri (siddhi).

Ci sono molti libri che approfondiscono l’argomento. Noi abbiamo cercato di dare delle informazioni basilarim su questa pratica meditativa molto importante, rilassante e che fa raggiungere il giusto equilibrio psicologico.

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