contatore gratis

Sindrome di Highlander

La sindrome di Highlander è un tipo di “malattia” che colpisce soprattutto le persone over 40 che mantengono un’accentuata predisposizione alla competizione e alla stima di se stessi. Le persone più colpite sono generalmente coloro che fanno dell’attività fisica il loro lavoro e ragione di vita, vale a dire gli atleti.

Colpisce più facilmente gli atleti che continuano l’attività dopo l’agonismo giovanile, o che – interrotta la pratica sportiva – la riprendono in età avanzata, oppure sedentari che pretendono di diventare atleti in età matura o avanzata.

Negli individui colpiti da questa sindrome si creano sia la convinzione che l’esercizio fisico possa preservare da qualsiasi stato patologico, sia la tendenza a minimizzare sintomi e fattori di rischio pregressi o attuali. In pratica è l’eccesso di stima delle proprie capacità fisiche e mentali che porta a questa sindrome: spesso, infatti, i soggetti, siano essi sedentari o ex-atleti professionisti o semi-professionisti, tornano all’attività sportiva dopo un lungo periodo di inattività o di attività fisica saltuaria, spinti dal forte desiderio di tornare ad una miglior performance fisica o di eguagliare le prestazioni sportive espresse in età giovanile.
Il fisico di un over 40 non può essere paragonato a quello di un ventenne o trentenne: per quanto in forma il primo non potrà mai competere con il secondo. Il consiglio degli scienziati, rivolto agli highlander, è dunque quello di lasciar perdere innanzitutto gli sport di “contatto” come il calcio ed il calcetto, e prediligere discipline individuali come il nuoto, la corsa e la bicicletta. In ogni caso, da evitare categoricamente sono gli scatti improvvisi. Simili sforzi, infatti, sono quasi sempre compiuti in condizioni di anaerobiosi, cioè senza consumo di ossigeno, e possono provocare repentini innalzamenti di pressione e del numero dei battiti cardiaci, mettendo a repentaglio la salute del cuore e dei vasi sanguigni. Va poi tenuto presente che è sempre meglio iniziare uno sport gradualmente e mai di colpo. Allo stesso modo è indispensabile tener presente che dopo una certa età muscoli, tendini e articolazioni necessitano di un tempo maggiore di recupero.
Troppo spesso gli atleti sono convinti, a torto, che l’esercizio fisico possa preservare da qualsiasi malattia, e hanno la tendenza a minimizzare sintomi e fattori di rischio di ogni genere.
Il troppo, come in tutte le cose, guasta, e anche se l’“accanimento” forzato alla gioventù si rivela talora una tentazione irresistibile, credendo che lo sforzo fisico dia un’opportunità in più, bisogna innanzitutto essere consapevoli dei propri limiti.

Rispondi